Il poker online, approdato in Italia nel lontano 2007, ha avuto un consenso stratosferico da parte del pubblico appasionato, tanto da diventare un fenomeno cult in pochissimo tempo.
Il poker online, approdato in Italia nel lontano 2007, ha avuto un consenso stratosferico da parte del pubblico appasionato, tanto da diventare un fenomeno cult in pochissimo tempo.
Il poker online, approdato in Italia nel lontano 2007, ha avuto un consenso stratosferico da parte del pubblico appasionato, tanto da diventare un fenomeno cult in pochissimo tempo.
Il Texas Holdem, estraneo ai più, inizia a far capolino nelle case degli italiani grazie alle poker room.com. Da qui iniziano a piovere, come stelle cadenti, numerose room regolamentate da Aams, a partire da gioco digitale, prima poker room legale in Italia. Si susseguono diverse altre sale da gioco, visto il crescendo che il Texas Holdem aveva avuto in quei periodi: finalmente, il poker made in Italy ha una forma concreta, il tutto grazie alla popolarità mediatica offerta dai numerosi canali tematici (Poker1Mania prima, PokerItalia24 dopo).
Nel corso degli anni però, si iniziano a percepire le prime fasi di stanca del poker online, a causa di un palinsesto troppo magro se paragonato alle opportunità offerte dalle room.com (diventate illegali nel territorio italiano). Entra così il poker cash game: se in un primo tempo l’atteso evento è stato accolto con piacevole garbo, successivamente si è tornati a parlare dei numerosi problemi che ancora oggi affliggono il mercato italiano.
I giocatori, inizialmente inesperti nel cash game, iniziano a sperperare tutto il proprio bankroll, portando ad una netta minusvalenza dei player: su 100 giocatori, solo 30 continuavano a giocare, mentre i restanti 70 smettevano a causa dei soldi persi. Questo è il punto cardine che verte sul nostro mercato pokeristico: non c’è un ricambio dei giocatori, cosa altamente probabile con l’apertura di un mercato unico, il tanto chiacchierato poker.eu.