Intervista esclusiva a Luca Pagano (Parte I)

Il mio incontro con Luca Pagano risale a tempi “non sospetti” quando collaboravo con suo padre. Si tratta della fine degli anni ’90 e lui, nato nel 1978, era davvero molto giovane

Luca PaganoIl mio incontro con Luca Pagano risale a tempi “non sospetti” quando collaboravo con suo padre. Si tratta della fine degli anni ’90 e lui, nato nel 1978, era davvero molto giovane. Da biografia, i suoi primi approcci con il Texas Hold’em risalgono a quel periodo quando, come molti ragazzi veneti, raggiunge il Casinò di Nova Gorica, in Slovenia ma, a differenza degli altri che puntano a slot, roulette e giochi simili, lui si accomoda al tavolo e si innamora follemente di carte e chips.

A quanti anni hai preso le prime chips in mano?
Ho cominciato più o meno intorno alla fine del 1999, da allora non ho più smesso.

Studio, teoria, pratica, quanto tempo dedichi all’allenamento?
Onestamente ritengo che non si possa quantificare in termini di orario. Sono in una costante full immersion nel mondo del poker che prosegue 24 ore su 24 quindi ogni lettura, discorso, ogni minuto trascorso al lavoro e perfino ogni aneddoto simpatico, possono risultare utili ai fini dell’aggiornamento tecnico e dell’allenamento.

­Fin dall’inizio hai giocato on line su PokerStars e, dal 2006 lo fai a livello professionistico, entrando a far parte del Team PokerStars Pro.
E’ un sodalizio che dura da anni, si è creata una sinergia tale che quasi mi dimentico quanto tempo abbiamo condiviso. Un rapporto leale, professionalmente corretto, che mi ha permesso di incontrare persone davvero interessanti dalle quali ho imparato moltissimo.

Da esperto quale sei, in che percentuale contano nel gioco, rispettivamente teoria, abilità tattica e fortuna?
Distinzione semplice ma sempre efficace: nel breve periodo (ad esempio in un torneo singolo) la fortuna ha un’incidenza molto alta; a lungo termine invece contano molto di più le capacità tecnico-tattiche. Nel breve la fortuna pesa il 75-80%, ma nel lungo periodo quel 20-25% di abilità fa una gran differenza.

L’Hold’em live negli States, i successi iniziati con il 3° posto all’EPT Main Event di Barcellona nel 2004 ti hanno consentito di giocare e conoscere i migliori giocatori del mondo. Ma tu hai un player icona?
Tra i giocatori che preferisco, citerei Marcel Luske, Daniel Negreanu e Joe Hachem.

Qual è un giovane emergente che, secondo te, ha le carte in regola per avere successo?
Io credo che Luca Moschitta possa diventare un giocatore di livello internazionale.

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