Johnny Lodden, quando tutto sembrava perduto, sfodera il cosidetto “fattore C” per aggiudicarsi un piatto praticamente già chiuso al flop. Il player norvegese, dopo ben 7 volte relegato nella maledizione del circuito EPT, riesce finalmente a raggiungere l’ultimo traguardo, quello del final table (l’ultima volta risale al 2008, a Budapest). E non solo….
All’insaputa di tutti, l’occasione capita quando al tavolo sono rimasti in appena 10 giocatori: dopo alcune mani giocate senza grossi spostamenti di sorta, Lodden (A-Q), O’Dwyer (A-5) e Firsau (9-9) finiscono ai resti. Con tutti i buoni propositi del caso, il flop 9-5-2 spegne praticamente le speranze per Lodden, ormai sconsolato e già pronto a fare le valige. Il pubblico però, particolarmente attento in questi momenti, si esalta quando al turn esce un 4, visto che con un ipotetico 3 al river Lodden avrebbe vinto un piatto gigantesco.
Qualche preoccupazione in volto per O’Dwyer, ma niente di eccessivo. Al river però, arriva un’improbabile 3 che lascia di stucco la platea, e soprattutto un Lodden che continuava a mettere a posto le sue cose pensando si trattasse di uno scherzo. Un’incredibile scala runner-runner al river si era appena materializzata, quando le percentuali si attestavano attorno all’1% (praticamente un miracolo). Lodden commenta così l’incredibile situazione vissuta:
“Appena ho visto il flop ho pensato, sta succedendo di nuovo – ricorda adesso – ero appena finito nono all’EPT di Sanremo e non è una bella sensazione. Poi al turn è caduto il 4 e fra il pubblico c’è stato un boato, ma io non ci credevo ed ho continuato a metter via le mie cose”
A quanto sembra, almeno per questa volta, la maledizione del river ha favorito Johnny Lodden, spianandogli la strada per un 3° posto conclusivo da 467.000€.