Nel corso di un processo, il player statunitense ha confessato di aver goduto di un vantaggio insolito: è riuscito a leggere il dorso delle carte di un determinato mazzo, le cui immagini si presentavano asimmetriche rispetto ad altri mazzi. Phil, tuttavia, ha precisato che il Casinò era a conoscenza di questa piccola anomalia, ma di averlo lasciato giocare anche dopo che lui aveva chiesto l’aumento delle puntate fino a £150.000.
D’altra parte, la difesa del Crackford sostiene che una persona presente al tavolo, amica di Ivey, avesse chiesto il cambio delle carte più di una volta, fino al momento in cui si è arrivati a giocare con il mazzo di carte difettate che Ivey riusciva a “decifrare”.
È chiaro, dunque, che il casinò è ancora fermo sulla decisione di non pagare Ivey. Ad ogni modo, la sfida è ancora tutta aperta.