Il gaming online stenta a decollare nella penisola iberica, dove una sempre più forte misura e disciplina fiscale impedisce alle licenze spagnole di operare in maniera costante ed efficace, non andando incontro alle richieste da parte di una grossa fetta di giocatori. Da questo punto di vista infatti, in molti hanno deciso di abbandonare il paese per poter esprimere il proprio talento altrove, dove il poker non sia solo una forma di “azzardo”.
Questo nuovo capitolo del poker online in Spagna vede protagonista una fonte autorevole, ossia Sacha Michaud, presidente della società gaming Jdigital che rammenda il suo rammarico in merito a questa vicenda, esprimendo tutto il suo disappunto verso il governo spagnolo.
Infatti, stando alle nuove disposizioni fiscali, tutti i giocatori devono pagare le tasse all’erario sulle vincite maturate online, ma non possono detrarre le tasse sulle eventuali perdite. Questo fa si che anche chi preferisce giocare per puro divertimento, magari investendo qualche centinaia di euro e risultando comunque perdente, a fine anno dovrà pagare l’erario sul volume di gioco generato. Questa misura è assolutamente inaccettabile, dichiara Josè Arroyo: “Il gioco professionista è fatto sul giocare molte mani per abbattere la varianza ma se non c’è traffico sui siti spagnoli il nostro gioco è insostenibile“.
Non conosciamo ancora come la vicenda si ripercuoterà su altri mercati europei, ma una cosa è certa: ancora una volta il gioco online, ed in particolare il poker, viene visto come una forma convulsa di azzardo, un gioco dove migliaia di persone investono i propri soldi senza la giusta capacità di saper regolarsi di conseguenza.
Una forma che in Italia fortunatamente vede leader indiscussa Pokerstars, in grado di portare ai propri tavoli circa il 70% dei giocatori online.