Sempre più giocatori si affacciano al mondo del poker, con o senza esperienza. Per questo, molti network stanno attuando una politica incisiva mirata a raccogliere e consolidare in maniera ancora più mirata la posizione tra le diverse tipologie di giocatori: in altre parole, nelle acque del poker online, devono convivere “squali” e “fish”, in modo da portare avanti un ecosistema altrimenti poco favorevole. Sotto tale aspetto, il poker non riesce più a dare quella carica d’innovazione tipica degli anni precedenti, lasciando per strada tutta una serie di fattori che possono compromettere lo sviluppo del settore. Le room.it, nonostante le numerose promozioni atte ad incentivare il gioco tra le proprie fila, non possono essere minimamente paragonate alle .com, dove il divertimento e l’adrenalina primeggiavano sul puro azzardo (basti pensare che adesso un torneo da 2 euro offre la possibilità di portare a casa circa 150-200€ al primo classificato, mentre nelle room estere anche 4000-5000$). Per tornare a splendere e competere in maniera ancora più incisiva con le varie .com (per certi versi, visto che negli Stati Uniti la situazione del poker è molto complessa), l’industria dell’e-gaming dovrà rimboccarsi le maniche e introdurre novità significative non soltanto per quel che riguarda nuove formule di torneo o altro, ma una vera e propria rivoluzione in ambito generale, in modo da poter garantire una costante crescita anche negli anni a venire.
Quando si parla di crisi, la prima cosa da analizzare sono i numeri che l’accompagnano rispetto a periodi più luminosi. Parliamo di un calo d’affluenza dei giocatori nei tornei pari al 4,9%, mentre nel cash game il 5,9%, dopo una partenza sprint nei primi mesi dell’anno. Pokerstars come al solito si conferma leader indiscussa del settore, raccogliendo 167,7 milioni per una crescita pari al 3,6%. A seguire il Network Microgame, che anche questo mese non ingrana la marcia, interrompendo la propria crescita e prelevando circa 25 milioni in meno rispetto al mese precedente.
Anche per Lottomatica, Bwin e Sisal Poker sono tempi di magra raccolta, con picchi che fanno registrare anche perdite pari al 15,4%.
In conclusione, quella che doveva essere una vera e propria rivoluzione grazie all’introduzione del cash game, si sta rivelando una semplice scossa in un mercato che stenta a decollare. Speriamo che il tempo possa smentirci: manca una vera e propria rivoluzione per toccare nuovamente l’apice degli anni precedenti.