A fatica, con più bassi che alti, si conclude anche la stagione pokeristica 2013. Come è andata? Cosa ci riserverà il 2014?
A fatica, con più bassi che alti, si conclude anche la stagione pokeristica 2013. Come è andata? Cosa ci riserverà il 2014?
Il poker online, con la chiusura del 2013, segna uno degli anni più brutti dalla sua nascita. Il mercato è fermo, senza scossoni rilevanti, segnato da drastici cali nella raccolta per oltre il 30%. Senza contare poi la chiusura di numerosissime poker room. Dati allarmanti dunque, che non lasciano buoni propositi per il nuovo anno. Che il poker online sia finito ormai nel dimenticatoio? Può essere il 2014 l’anno della rinascita per il poker italiano?
Troppo fumo, niente arrosto
Tra il 2012 e il 2013, tante sono state le proposte e i buoni propositi, ma poche in realtà sono state le certezze. Per un mercato che, ormai stantio, cerca un punto di riferimento per risollevarsi, quali devono essere le manovre per il 2014? Innanzitutto, quello che preme maggiormente è una liquidità comune, la tanto decantata piattaforma .eu che, almeno fino ad ora, è stata accantonata e, semmai ci saranno dei risvolti, per ora non si farà niente. Sembra infatti, che si spinga per far cadere il poker online, viste le situazioni che si sono venute a creare non solo in Italia, ma anche nel resto del Mondo.
Inoltre, cosa non di poco conto, non è possibile che in Italia Pokerstars.it detiene oltre il 50% del mercato globale, lasciando briciole a tutti gli altri operatori. Così facendo, il potere assunto dalla piattaforma diventa “dittatoriale”, con un unico operatore a muovere i fili e dirigere l’orchestra sempre per il proprio tornaconto. Il poker, ormai “accessorio” rispetto ad altre formule di gioco online, sta addirittura perdendo terreno nei confronti dei prodotti da Casinò (bingo, scommesse etc…), più invitanti e golosi in termini di divertimento, promozioni e immediatezza. Aprirsi ad altri mercati è forse chiedere troppo?