Cos’è un “dry board” [PARTE TRE]

In quest’ultima parte della nostra serie di articoli sul “dry board“, analizziamo le ultime 2 streets, ovvero turn e river avanzando una critica costruttiva sul perchè di certe giocate.

TURN

È arrivato il momento della quarta carta comune: il dealer gira una [Donna di fiori], lasciando la parola al [giocatore 5]. Neanche in questo caso la situazione pare migliorare, promuovendo dunque un ulteriore check nella speranza che, come avvenuto in precedenza, gli avversari facciano altrettanto ragalandogli la possibilità di vedersi un’altra carta gratis. Detto ciò, la parola passa al [giocatore 6] che ipotizza una possibile puntata, in quanto la sua coppia di 5 può ancora essere la mano migliore. C’è da dire però che la donna avrebbe potuto favorire uno dei due avversari ancora in gioco, soprattutto per quanto riguarda il [giocatore 3] che ha avanzato un raise già nel pre-flop. Dopo questa breve riflessione, il [giocaotore 6] continua per la sua strada, bussando nuovamente e lasciando l’iniziativa agli altri. È il turno del [giocatore 3] che, forte della donna appena centrata, si trova in una situazione di assoluto privilegio: difficile pensare che qualcuno possa avere un punteggio migliore del suo, anche se la possibilità di una trappola, magari proprio con una donna e un kicker più alto del suo, non è poi così improbabile. Non è possibile però regalare un’ulteriore carta agli avversari, percui decide di valorizzare il proprio punto rilanciando per 15€, l’esatta metà del piatto. L’obbiettivo è quello di far passare eventuali bluff e farsi pagare invece da eventuali coppie medio basse servite. Questa strategia pare funzionare alla perfezione, a partire dal [giocatore 5] che non ci pensa due volte prima di abbandonare la propria mano, consapevole di non aver più niente da dare in quella situazione. Ora la parola torna nuovamente al [giocatore 6], il quale vede questo rilancio come una sorta di tentativo di bluff. L’idea principale è quella del controrilancio, ma potrebbe essere un rischio eccessivo. Abbandonare la mano sembra un grosso azzardo, perciò opta semplicemente per un call fuori posizione. La speranza è che la quinta ed ultima carta non sia un Asso o un Kappa, carte che seconda la sua analisi potrebbero aiutare il [giocatore 3].

Prima del river, il piatto ammonta a 60€.

RIVER

Il 3 di Fiori è l’ultima carta distribuita dal dealer. Il [giocatore 6] è dunque il primo a parlare e questa carta si rivela più che una speranza di portare a casa il piatto. A questo punto, tutti gli indizi portano a realizzare che il [giocatore 3] non abbia in mano una combinazione forte: il suo rilancio pre-flop, il check sul flop, un board dry senza alcun progetto e la puntata al turn sono tutti segni che lasciano trapelare debolezza nella sua giocata, magari avanzata con in mano un Asso con Kicker medio che non ha centrato. Visto l’andamento della partita, egli decide di bussare nuovamente, pronto ad aggredire qual’ora l’avversario si dimostri capace di un’ulteriore rilancio anche al river. La parola dunque passa al [giocatore 3] il quale, sicuro ormai della vittoria, non deve fare altro che decidere l’ammontare della puntata per guadagnare i massimi da questo piatto. A questo punto egli decide di puntare esattamente la stessa quantità del piatto, dunque 60€, in quanto ritiene che l’avversario chiami la sua puntata qualsiasi sia il suo valore. Il [giocatore 6], dopo aver riflettuto alcuni istanti, dichiara il call, perdendo la mano ma limitando comunque i danni.

In conclusione, quando il board presenta carte senza alcun progetto, allora molto probabilmente qualcuno al tavolo proverà a vincere la mano tentando un bluff. In questo casò però, il bluffatore deve tener conto che se l’avversario abbia in mano un punteggio discreto, potrebbe essere subito smascherato o diventare vittima di un finto bluff.