Faccia da poker: “lo squalo” nel Texas Holdem

Nel poker, con il termine “squalo” si indica solitamente il giocatore navigato, un giocatore che sostanzialmente riesce nel lungo periodo ad incrementare i propri guadagni derivati dal gioco. Un’ecosistema dunque, che avvolge anche il mondo del poker: squali e fish, chi sopravviverà in queste acque poco sicure?

In questo articolo, analizzeremo in special modo la figura dello squalo, e come essa viene rappresentata nel contesto di una partita. Questa stretta cerchia elite di giocatori spesso affolla i tavoli con limiti di puntata elevati, anche se negli ultimi periodi è possibile notarli anche in numerosi “micro stakes”. L’evoluzione del poker, ha fatto in modo che la figura dello squalo sia ormai un elemento con cui convivere all’interno dei tavoli da poker, vista anche la facilità con cui questi riescono a portare via denaro al giocatore meno preparato. Sedersi al NL 2 o al NL10 ormai non fa molta differenza: ci sarà sempre una minoranza di giocatori che giocano in maniera oculata ed accorta, in grado di trarre un buon profitto anche in questi tavoli considerati la “giungla del poker online“. L’aggressività è lo stile che gli accomuna, uno stile che permette loro di prevalere sul giocatore passivo, cioè colui che non è in grado di leggere correttamente il board e relegare la forza della sua mano essenzialmente basandosi sulle proprie carte. Un fattore che lo squalo sa cogliere al volo e ne approfitta al fine di crearsi un’immagine pericolosa ed imprevedibile al tavolo.

Il rilancio, insieme al bluff, viene considerata l’arma più forte nel Texas Holdem, in quanto ci mette in condizioni tali da poter gestire in maniera diretta l’andamento della partita. Infatti, in tal modo andremo a creare una sorta di “barriera” tra noi e l’avversario, non lasciando trapelare le nostre reali intenzioni in quel determinato contesto di gioco. Lo squalo non si accontenta dunque del semplice call, ma preferisce entrare in azione con in mano il pallino del gioco, anche se le carte personali non gli sorridono. Anche se il board viene mancato completamente, le possibilità di portare a casa il piatto sono ancora molto alte, dato che lo squalo sa analizzare perfettamente l’avversario e tutto ciò che lo circonda. A partire dallo stack fino ad arrivare al suo stile di gioco, il giocatore navigato riesce a cogliere il minimo segno di incertezza e colpiere quando la situazione richiederebbe un simile approccio: nel poker, ogni occasione è buona per ogni tipo di soluzione e questo lo squalo sa interpretarlo nella maniera corretta.

Non stiamo parlando di un giocatore assolutamente imbattibile, dato che anche egli può sbagliare e rimetterci a volte anche tutto il proprio stack. La differenza sostanziale sta nel fatto che, paragonando uno squalo ad un fish, si può fin da subito cogliere come il primo nel lungo periodo avrà comunque un ritorno economico interessante, mentre il secondo spesso si troverà a lottare contro le difficoltà del gioco, anche se la dea bendata vuole regalargli a volte la soddisfazione di portare a casa qualche piatto sostanzioso.

In conclusione, gli squali sono giocatori pericolosi, e se non vi considerate tali, sarebbe meglio evitarli. Ricordate, anche se a volte i cosidetti “fish” riescono a scoppiare un punto all’apparenza imbattibile, questi restereanno sempre il cibo prefetito dal predatore e la differenza di abilità comunque prevarrà nel lungo periodo.