Come riportato nella prima parte del nostro articolo, abbiamo visto in generale con cosa conviene flattare e, soprattutto, quando, tenendo in considerazione la tipologia di mani in nostro possesso nonchè le condizioni ideali per attuare la nostra giocata. Con l’esempio illustrato, cerchiamo di capire il ragionamento dietro al nostro modo di giocare.
Il giocatore in esame, considerando la sua indole aggressiva, non si prestava esattamente ad una 3Bet dopo il suo open raise, in quanto con una coppia di 8 non è ideale giocarsi un grosso piatto pre-flop ( ipotizzando una possibile 4Bet e tenendo conto che gli stack in gioco sono ancora ragionevoli e permissivi). Detto questo, ci ha pensato poi il flop a renderci la vita alquanto più semplice. Con un forte set tra le mani, è logico e profittevole slowplayare la nostra mano, visto e considerato anche la scarsa probabilità di progetti da qui fino al river. Avendo poi di fronte un giocatore estremamente aggressivo, le probabilità di stakkarlo sono molto elevate. Infatti, considerando la possibilità che l’oppo punti anche in bianco le due successive streets, lo slowplay rafforza ancora di più il nostro thinking process in questa situazione.
Certo che, in altri casi, come una board estremamente pericoloso, la giocata passiva è sconsigliabile, preferendogli subito un rilancio per difendere la nostra mano, una coppia di 8 che certamente non rappresenta il top.
Flat in posizione. Già la frase stessa indica che, il concetto più rappresentativo non è tanto rappresentato dal flattare o meno, quanto quello di flattare in posizione. Questa è la cosa più importante. Infatti, ciò ci permette di avere la situazione sotto controllo, vincere piatti senza per forza avere il punteggio migliore e, soprattutto, avere una miglior lettura sul range dell’avversario.
Flattare in posizione non sempre è la scelta migliore. Tutto sta nel saperla adattare alle varie situazioni di gioco. Ad esempio, solo uno stupido potrebbe flattare quando dopo di noi c’è un oppo decisamente propenso a 3bettare a casaccio. Qualsiasi strategia, buona o debole che sia, ha bisogno di essere adattata al contesto di gioco, altrimenti rischia solo di venire contro alle nostre aspettative.