Ai microlimiti, esattamente al NL10, vediamo un esempio lampante di come, a questi livelli, un giocatore estremamente chiuso (nitty) può tenderci delle trappole.
Esempio – In una partita 6-handed cash game, spilliamo da bottone [9-8 a cuori]. Dopo un brutto openlimp e un raise, noi decidiamo di appoggiarci, ma il BB freeza l’action squeezando con un bel re-raise. Analizzando le sue statistiche (su circa 150 mani giocate 10/7/2), ci accorgiamo di essere davanti ad un player estremamente chiuso. Il resto dei giocatori instant foldano, ma noi, invece, tentiamo una linea di pensiero diversa.
Trattandosi di un giocatore “nitty”, con un buon flop posso portargli via tantissime chips, avendo poi anche il vantaggio della posizione. Una buona strategia, ma c’è qualcosa che non va. Dove? Contro il BB, giochiamo 100x, cioè non abbiamo uno stack sufficiente per rendere la nostra giocata profittevole.
In questi casi, infatti, l’oppo avrà A-A, K-K, A-K e, al limite, Q-Q. Quindi, nel caso al flop non peschiamo almeno una doppia coppia o qualche draw di scala e/o colore, non abbiamo le odds per chiamare. Inoltre, nel caso di un flop con [9-5-2], saremo chiamati al call anche se consapevoli di non aver fatto la scelta giusta.
Nell’ultima parte dell’articolo, scopriamo perchè non bisogna sottovalutare un giocatore nitty, escludendo quindi dal nostro range di call anche mani come quella appena descritta.
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