Entriamo nel merito del discorso attraverso un esempio, proprio per focalizzare la nostra attenzione sull’aspetto pratico del concetto.
Esempio – Stiamo partecipando ad un torneo da 30€, e siamo in una fase piuttosto avanzata (bui 500-1000, ante 100). Apriamo il gioco per circa 3 volte il bb con 5-6off, tutti foldano tranne il big blind, che decide di chiamare.
Il big blind si mette in check, mentre noi puntiamo in continuation bet per circa la metà del pot. In questo caso, infatti, una puntata simile occorre per proteggere la nostra mano, vista comunque la pericolosità del board nel caso di un’ulteriore carta a fiori. Un suo call, inoltre, ci darebbe un’immagine più definita nel suo range, cosa poco credibile nel caso avessimo bettato qualcosa in meno che la metà del piatto. Puntuale, come un orologio svizzero, il call da parte dell’oppo.
Il 2 di fiori è una carta ambigua. Sì, chiudiamo scala, ma verosimilmente, saremo costretti a foldare nel caso dovessimo puntare e ricevere poi un re-raise. Che, vista la sua condotta di gioco durante questa mano, non escluderebbe un possibile colore chiuso. Per questo, dopo il check dell’oppo, anche noi ci mettiamo in check.
A questo punto, l’oppo decide di bettare circa 1/3 del piatto complessivo. Una size che, nel caso fosse stata più larga, avremmo semplicemente fatto call. In questo caso, invece, ci si para l’opportunità di controrilanciare, sperando in qualche A-x oppure in un set che potrebbe tranquillamente pagarci. Dopo il nostro re-raise tuttavia, l’oppo folda, e portiamo comunque a casa un bel gruzzoletto.
Come abbiamo visto, una puntata rispetto ad un’altra, avrebbe cambiato completamente le carte in tavola. Occhio, dunque, a tutte le variabili durante una partita di Texas Holdem.