Come abbiamo visto nei precedenti articoli, il mindset deve essere allenato di pari passo con le nostre abilità al tavolo, in quanto è un elemento in cui risiedono le principali difficoltà per un giocatore di poker.
Quando si gioca a poker, si gioca a poker, punto. Non bisogna mai lasciarsi sopraffare da elementi esterni che possano condizionare la nostra sessione, così come le nostre decisioni al tavolo devono essere prese in maniera lucida e razionale. Tutti fattori che, presi sottogamba, possono portate a situazioni simili:
– Saremo portati a fare un call anche quando la situazione richiederebbe un’approccio totalmente differente.
– Avremo l’istinto di giocare contro un determinato avversario che, poche mani prima, ci ha portato via una gran quantità di chips.
– Tentiamo giocate fantasiose solo per il gusto di farlo, senza una strategia alla base di tutto.
Presentarsi ad un tavolo da poker in uno stato emotivo non particolarmente congeniale, è sintomo di una prematura sconfitta, notevolmente accentuata a causa della nostra condizione psicologia poco favorevole. In particolare, non bisogna giocare quando:
– Siamo particolarmente arrabiati, soprattutto quando questo accade nella real life
– Siamo annoiati, senza particolare stimoli che ci inducano a giocare il nostro A-game
– Abbiamo paura di perdere i nostri soldi. In questo caso, giocheremo ad un livello che il nostro bankroll può sorreggere, anche dopo una serie di sconfitte consecutive
Riconoscere almeno uno di questi aspetti è un primo passo verso il giusto approccio al Texas Holdem
In conclusione, il mindset rappresenta la base per un giocatore di successo. Ovviamente, lo studio ha anch’esso un ruolo di primaria importanza, ma il mindset è un qualcosa che non può essere appreso studiando, leggendo…, ma sta tutto nel saper conoscere se stessi e i propri limiti di giocatore, limiti che poi si ripercuotono inevitabilmente nel poker.