Quando puntare al river [ULTIMA PARTE]

quando puntare al riverUltima parte della serie “Quando puntare al river”: analisi di alcuni diversi casi e situazioni particolari.

quando puntare al riverUltima parte della serie “Quando puntare al river”: analisi di alcuni diversi casi e situazioni particolari.

ALCUNI CASI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

Riprendendo in parte l’analisi delle varie situazioni esaminate nell’articolo precedente, in questo caso consideriamo la stessa ipotesi e la medesima situazione, alternando però questa volta un diverso approccio al river: adottiamo cioè un bel check-raise, aspettando così il momento opportuno per effettuare la nostra mossa. In questi casi, ciò che ci si profila è estremamente interessante, in quanto si verranno a creare diversi casi particolari che possono in qualche modo metterci in condizioni particolarmente favorevoli rispetto alla posizione del nostro avversario.

Prima però di rilanciare o effettuare un controrilancio al river, è opportuno considerare diversi fattori in gioco, nonchè la possibilità di chiudere un punteggio interessante sia da parte nostra che da parte dell’avversario: questo aspetto è fondamentale in quanto ci fornirà diverse prospettive che ci permetteranno poi di prendere la giusta decisione nel momento in cui verrà distribuita la quinta ed ultima carta del board.

Per fare un esempio, se dovessimo avere in mano un Asso suited, bisognerà preoccuparsi soltanto nel caso in cui sul board ci sia una coppia, come in questo caso: 6-2-K-7-6. Se il river presentasse una situazione simile, è bene non cadere in una sorta di tranello ottico, ossia non considerare il fatto che l’avversario possa avere proprio quella carta in suo possesso. Attenti anche al possibile full chiuso magari con una coppia di 7, il quale punteggio batterebbe il nostro eventuale colore.

Stesso discorso anche per quanto riguarda una possibile scala. Bisogna assicurarsi che, dopo una serie di rilanci piuttosto aggressivi da parte del vostro avversario, noi abbiamo un punteggio tale da poter rispondere in maniera efficace, come una scala massima. In ogni caso, tenete bene a mente in quale spot l’avversario inizia a prendere in mano le redini del gioco, ossia quando inizia proprio lui a “guidare l’azione”. In questo modo possiamo intuire in maniera più rapida e precisa quale carta ha cambiato per lui la situazione al tavolo, cioè quella carta “chiave” che gli ha effettivamente dato il punteggio.

In conclusione, ricordate sempre che il river, pur presentando situazioni particolari, non offre quasi mai spunti decisivi al fine di cambiare le sorti di una partita. Prestate sempre attenzione ai vari spot precedenti ed adattatevi di conseguenza quando sarete di fronte all’ultima carta, in modo da avere già le idee chiare di come sviluppare in maniera ottimale la vostra puntata (per valore o in bluff).

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