Come abbiamo visto nella prima parte del nostro articolo, il concetto di perdere di meno non è strettamente legato ad una questione di strategia o abilità: semplicemente, è un modo di essere di ognuno, che differisce profondamente dalla maniera con cui si gioca a poker.
Per fare un esempio, prendiamo una value bet (una puntata per valore). In questo caso, l’aspetto della value bet è legato ad una precisa strategia di gioco, che si evolve poi in base a molteplici fattori. Quando facciamo action, bisognerebbe tentare di individuare il limite massimo di puntata con cui il nostro avversario sarà ben disposto a pagarci, per poi porci leggermente sotto tale limite. Prendendo in considerazione una mezza puntata risparmiata, possiamo trarre subito delle conclusioni positive: nonostante il valore irrilevante preso singolarmente, pensiamo a quanti soldi risparmieremo se rapportiamo il tutto nel lungo periodo. Senza focalizzarci su questo aspetto, non riusciremo mai ad apprezzare il valore di una simile giocata.
Nonostante l’esempio fatto in precedenza si indicato soprattutto in un contesto Limit, non è da escludere tale applicazione anche in chiave NL Holdem. La differenza sostanziale sta nel fatto che, non avendo appunto limiti di puntata, ogni errore può costare un’occhio della testa. Ecco dunque i motivi per utilizzare, o quanto meno imparare le basi di questa strategia: un aiuto in più che, anche se non visibile nel giro di qualche partita, sarà indispensabile per sopravvivere nelle pericolose acque del NL Holdem.
Focalizzate dunque l’attenzione sul risparmio: ogni chips risparmiata, equivale ad una chips in più nel nostro stack. Più risparmiamo, più soldi vinceremo, e di conseguenza l’incasso sarà decisamente più sostanzioso. Un concetto semplice, ma da analizzare e studiare a fondo prima di vedere i primi risultati.