Parlavamo di aggressività. Un punto dal quale non si può prescindere. Il poker moderno è frutto dell’aggressività dei giocatori e, soprattutto in un torneo turbo, tale approccio alla gara risulta fondamentale. In questi tornei, vince chi ha più coraggio.
Vincere blinds e ante è fondamentale per rimanere a galla, oltre ad essere una strategia davvero efficace per costruirsi uno stack adatto alle fasi conclusive del torneo. A maggior ragione se, esattamente dopo di noi, troviamo avversari poco propensi a rischiare un call: in questo caso infatti, non bisogna assolutamente sbagliare neanche un colpo quando si tratta di rubare qualche piatto.
Se ci troviamo in late stage in un torneo “turbo”, gli stack sono importantissimi. Avere 15bb significa praticamente essere “deep” rispetto agli stack degli altri giocatori. Quindi, nel caso in cui molti dei nostri avversari dovesso avere tra i 6 e i 10bb, allora è bene shovare con un ampio range di mani, proprio per sfruttare il vantaggio di un eventuale uscita prematura dal torneo (riferito ovviamente a quei giocatori estremamente chiusi).
Un giocatore pensante però, sa che questa giocata è praticamente standard. Poco importa. Nonostante la sua idea sia focalizzata su una giocata in bianco totale da parte nostra, sarà restio a chiamare con mani come, ad esempio, K-J, Q-J etc… Loro vorranno rimanere nel torneo, quindi passeranno, mentre noi arraffiamo quelle chips che ci permettono di incrementare considerevolmente il nostro stack.
In conclusione, giocare un torneo turbo significa avere una profonda conoscenza delle dinamiche del Texas Holdem, nonchè una spiccata dose di aggressività per chi punta ai premi che contano. Per tutti gli altri, statene alla larga. Spesso si entra in una sorta di “bingo“, dove tutti chiamano con tutto e, quasi sempre, la fortuna prende il sopravvento.