Finanza sequestra locale poker live: il CONI è la strada giusta?

Il poker live, come tutti sappiamo, vive di incertezze che, inevitabilmente, minano quanto di buono offerto dal poker online. Nuovi sequestri e denunce da parte della Guardia di Finanza.

La Guardia di Finanza sorprende, ancora una volta, un locale adibito al gioco del poker live, sequestrando l’incasso maturato e diversi computer per una eventuale ricostruzione di quanto accaduto. Inoltre, sono stati denunciati gli oltre 80 partecipanti impegnati a giocare su 8 tavoli, per un torneo live dal buy-in d’ingresso pari a circa 50-80€. Toccherà adesso alla magistratura far luce sulla situazione delle persone coinvolte, ma trattandosi di un’associazione dilettantistica il rumore provocato dagli inquirenti è fin troppo esagerato.

Questi ultimi infatti, avevano piazzato da tempo delle telecamere nascoste, sostenendo una tesi completamente differente dai proprietari del locale: secondo una primissima ricostruzione, l’associazione era solo una copertura per una bisca vera e propria, quindi adibita per l’esercizio illegale del gioco d’azzardo. Emerge però un dato discostante, a sostegno del gioco pulito e legale: il locale infatti, non prevedeva alcun re-buy, e dalle recenti sentenze della Cassazione, non costituisce reato di alcun tipo. Inoltre, per non farsi mancare nulla, l’associazione è affiliata al Coni, ovvero il Comitato Olimpico Nazionale, il quale riconosce una dimensione sportiva del poker quando subentrano alcuni particolari.

La scottante decisione è dunque rimandata, visti gli elementi emersi a sorpresa. Gli avvocati difensori non hanno avuto vita difficile nel far riconoscere la legalità di quanto accaduto, visto anche il montepremi assolutamente privo di cifre abnormi: si parla di circa 96€ per il primo classificato, e a scendere per tutti gli altri. Il poker live, data l’attuale situazione, deve assolutamente ripartire da punti fermi, come lo è il CONI: un dialogo tra le due parti sarebbe motivo di accordi, e la strada d’arrivo verso la legalità sarebbe molto più seplice. Giovanni Malagò, presidente del CONI, sarebbe l’immagine perfetta per costruire un primo rapporto di fiducia, in modo da rendere il concetto di poker sportivo all’interno di tutti i circoli d’Italia.