Luca Pagano: il mio gioco migliora

Agli occhi di un neofita che si affaccia adesso al mondo del poker, magari dopo aver visto uno dei suoi tanti successi in tv

pagano-eptAgli occhi di un neofita che si affaccia adesso al mondo del poker, magari dopo aver visto uno dei suoi tanti successi in tv, leggere che Luca Pagano reputa il suo gioco in miglioramento può sembrare uno scherzo.

Eppure Luca, vincitore del premio “The Player of the Year” 2008 e di 3 ITM WSOP e 11 EPT (di cui 4 FT) in carriera, come ogni altro grande professionista sa di non poter sedersi sugli allori e di dover mettersi sempre in discussione. E’ in questo contesto che si inserisce una intervista rilasciata in coda alla sua partecipazione all’ IPT di Sanremo, chiuso con una eliminazione al day2.

Luca racconta della sua volontà di sviluppare e modificare il proprio stile di gioco, ecco le sue parole : “Anche a Sanremo ho provato a dare continuità a quella trasformazione del gioco che ho cominciato ad attuare fin da Las Vegas. I risultati stavolta sono stati davvero interessanti”.

L’analisi del gioco

Dopo un buon inizio che lo vedeva chipleader nel ranking del torneo, ci racconta della mano che ha svoltato in negativo il suo torneo. “Una mano killer mi ha praticamente dimezzato, facendomi tornare tra coloro i quali dovevano di nuovo lottare come fabbri per tornare lassù in cima. Da UTG + 1 apro su bui 150/300 per 900, con 67 off chiamato da un giocatore in middle e dal big blind. Il flop potrebbe essere buono per me, presenta un innocuo 2, un 9 e un 10. Faccio il mio avversario su asso/alta, al massimo con due figure e decido per un check raise nel caso il mio oppo punti. Ma purtroppo egli si limita a bussare. Al turn un 8 mi fa chiudere una scala che mi regala il second nut. Esco puntando 3.000, chiamato prontamente dal mio avversario. Il turn è un ininfluente 3 che non cambia nulla rispetto a quello che ho io in mano.

A questo punto esco di 7.000, e il mio avversario mi reraisa per 5 scaraventando 35.000 chips nel piatto. Mi batte solo una mano, ma per come ha giocato è purtroppo abbastanza palese che abbia nuts in mano. Mi immergo in tanti pensieri, riguardo mentalmente la mano, ma per me è davvero difficile foldare second nuts. Chiamo con la consapevolezza quasi certa che lui abbia QJ, ma con la speranza che tutti noi pokeristi abbiamo, che è quella di sbagliare lettura e vedere le chips arrivare verso di noi. Gira QJs a picche, e il mio torneo comincia da lì ad essere in salita.”

Che il nostro Luca nazionale, noto giocatore tight aggressive, abbia esagerato nel voler sperimentare nuovi approcci al tavolo, con un rilancio del genere fuori posizione? E’ lui stesso ad ammettere l’errore e a lasciarci una massima di vita per chi vuole fare strada nel mondo del poker: “Meglio riconoscere i propri errori piuttosto che andare alla ricerca di disperate argomentazioni che servono solo ed esclusivamente a non capire come correggerli”.

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