Il poker non è solo strategia, regole e montepremi da accaparrarsi. Il poker come ogni cosa nella vita è innanzitutto passione, ostacoli e difficoltà, obiettivi da raggiungere e sconfitte da assorbire e superare
Il poker non è solo strategia, regole e montepremi da accaparrarsi. Il poker come ogni cosa nella vita è innanzitutto passione, ostacoli e difficoltà, obiettivi da raggiungere e sconfitte da assorbire e superare
Il poker non è solo strategia, regole e montepremi da accaparrarsi. Il poker come ogni cosa nella vita è innanzitutto passione, ostacoli e difficoltà, obiettivi da raggiungere e sconfitte da assorbire e superare. Abbiamo fatto alcune domande a Luca Moschitta per conoscere meglio il suo percorso e l’aspetto umano di uno dei giocatori PRO del Team Pokerstars.
Come è iniziata la tua carriera di giocatore professionista? C’è qualche episodio in particolare che ricordi e che ha segnato il tuo percorso?
Ho iniziato a giocare a Poker non appena compiuti 18 anni. Il mio è stato un percorso molto veloce ma graduale. Ho iniziato dal basso giocando i limiti più bassi con un deposito di 50€. Grazie a buona run ma anche al fatto che ho sempre fatto della gestione del bankroll uno dei miei punti di forza sono riuscito fin da subito a scalare i livelli di gioco su Pokerstars.
Il poker è un gioco in cui gli obiettivi si raggiungono nel lungo periodo e in 4-5 anni che sono un giocatore professionista sono diversi gli eventi che posso ricordare. Credo che il primo anno in cui ho raggiunto Supernova Elite sia stato l’anno che mi ha cambiato la vita. Avevo 19 anni, divenni quell’anno il Supernova Elite più giovane della storia, comprai una Porsche utilizzando gli FPP maturati quell’anno e mi venne proposto di entrare a far parte del Team Pokerstars Online. Oggi non nascondo che i miei swing (vincite e perdite) ai tavoli sono più importanti di allora, ma se sono il giocatore di oggi è perchè soprattutto quell’anno ho creduto e scommesso tanto in me stesso.
Come hai risposto alla sponsorizzazione di Pokerstars?
Entrare a far parte del Team di Pokerstars era qualcosa di inimmaginabile. Me l’avessero detto un anno prima mi sarei messo a ridere perchè mai avrei pensato di poter diventare “collega” di giocatori come Dario Minieri e Luca Pagano. Il giorno che mi fu proposto realizzai un sogno e il mio primo obiettivo fu quello di rispondere con maturità a quella chiamata senza montarmi la testa e cercando di sfruttare questa preziosa possibilità per essere un degno ambasciatore del gioco del Poker.
Essere un “ambasciatore” di questo gioco non significa solo postare un grafico o dimostrare di essere più bravo di altri giocatori. Essere ambasciatori di uno sport come il Poker significa essere soprattutto portabandiera nel modo più genuino possibile dei valori sportivi e sociali di questo gioco. Il poker economicamente mi ha dato tanto. Ma la vera soddisfazione da “ambasciatore” del Poker la provo ad esempio quando un ragazzo mi scrive su Facebook dicendomi che, vedendo il mio modello di giocatore, ha deciso di coltivare la sua passione del Poker ma senza abbandonare gli studi.
Il cash game ti ha portato nuovi stimoli oppure gli heads up sit&go sono ancora la tua passione di punta? Quali sono le differenze secondo te?
Il cash game ha letteralmente rivoluzionato la mia carriera pokeristica nell’ultimo anno. Da giocatore di stg hup mi sono ormai quasi completamente trasformato a giocatore Cash Game HUP e 6max. Il cash game era l’unica tipologia di poker che non avevo mai giocato. Il fatto di applicare molto del mio tempo nel 2012 ai ring games mi ha portato a diventare un giocatore molto più completo e non nascondo che gran parte di questi miglioramenti hanno portato anche il mio gioco a livello MTT ad essere migliore. Tutt’ora sto applicando molte ore allo studio del cash game e sento che posso migliorare ancora molto.
Riguardo le differenze penso che il cash game è un poker molto più completo. Giocando con 50-100-200 o 300bb si impara a trovarsi in situazioni molto più complesse in cui bisogna applicare le proprie skills ancora di più.
A 19 anni diventi il più giovane player a conseguire lo status di SuperNova Elite. Quali emozioni hai provato a raggiungere questo traguardo?
Il mio primo anno da Supernova Elite è coinciso con diversi avvenimenti della mia carriera. Non sapevo all’inizio che fossi il più giovane in assoluto. Mi ricordo che fu un ragazzo del supporto di Pokerstars a contattarmi e comunicarlo e quella notizia mi lasciò esterrefatto.
Quell’anno fu davvero dura perchè feci 1 milione di VPP partendo praticamente da 0 a Maggio (poco dopo l’apertura di Pokerstars.it) e giocando stg col massimo buyin del tempo, €100. Fu un anno strepitoso in cui lavorai sodo e mi guadagnai la stima di molte persone. Ricordo che completai i 1000k vpp poche ore prima della fine dell’anno, il tempo di una succulenta cena con i parenti e una successiva festa memorabile con i miei amici.
Due Porche vinte con gli FPP. Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Al momento ho circa 9 milioni di FPP da spendere e altri 5 Milioni di VPP li produrrò nel 2013. Facendo un pò di conti ho un 3-4 stagioni di IPT ed EPT pagati e credo che andrò in quella direzione. Affermarmi in un torneo live di caratura internazionale come ad esempio l’EPT è il mio obiettivo primario da ora.
Sei un giocatore che ama l’online ma anche live hai raggiunto traguardi di rilievo. Quale è stato l’evento live per te più importante?
L’online è sempre stato il mio campo di battaglia principale. Ma il live secondo me è la parte più bella di questo gioco. Viaggiare e conoscere posti nuovi, giocare i tornei più importanti al mondo contro i giocatori più forti era il mio obiettivo fin dal primo giorno che ho deciso di giocare a poker. Ho piazzato molti ITM nella mia carriera, ma non ho mai vinto un torneo. Probabilmente il fatto di essere uno dei giocatori con più piazzamenti e soldi vinti nel circuito IPT rende di me un giocatore rispettato anche live. Ovviamente il risultato più importante fino ad ora è stato il mio secondo posto all’IPT di Nova Gorica.
Quali sono state le difficoltà principali di questo quinto anno come SuperNova Elite?
La difficoltà principale è stata la pianificazione. Ho chiuso praticamente l’anno in pareggio riguardo il profit, vincendo tutto la rakeback da Supernova Elite. Ma se avessi pianificato meglio l’anno avrei potuto vincere molto di più. Il fatto di giocare live e viaggiare tanto mi ha fatto perdere a volte la concentrazione verso il target da raggiungere dei 1000k vpp costringendomi tante volte a giocare quando ero stanco, quando non mi andava, o quando ero in bad run. Il tutto si è tradotto in una perdita di roi e bb/100.
Quest’anno l’obiettivo primario, oltre a studiare meglio il cash game, sarà appunto pianificare, rispettando i target che mi prefiggerò mensilmente e studiando molto più accuratamente il mio calendario live. Non si finisce di imparare nemmeno dopo 4 anni da Supernova Elite e se nel 2013 imparerò dai miei errori del 2012, quest’anno sarà l’anno in cui vincerò probabilmente di più.
Sono in molti a cercare il successo con il poker. Cosa consigli a chi vuole avvicinarsi al mondo del poker?
Il poker deve essere vissuto come un gioco a livelli da scalare. Non si deve partire correndo, ma camminando a piccoli passi. Tutti i migliori giocatori al mondo sono partiti da 0 o quasi. Il mio consiglio è di non montarsi la testa e di partire dai freeroll e dai microlimiti. Rispettare sempre le regole del bankroll che sono la base di questo gioco, senza quelle il poker non è assolutamente un gioco di abilità ma diventa puro azzardo. Un altro consiglio è quello di studiare. Oggi chi inizia a giocare a poker è avvantaggiato rispetto a un Luca Moschitta di 5 anni fa perchè basta andare su Internet e si possono trovare, ad esempio su un sito come Intellipoker, tante letture o video di strategia che danno un grosso aiuto a migliorare il proprio gioco.
Ma soprattutto il primo dei consigli che do è di non fare del poker la propria ragione di vita. Il poker è uno sport, un hobby. Io stesso per arrivare al successo non mi sono seduto solamente davanti a un pc negli ultimi 4-5 anni. Ho continuato gli studi, ho continuato a frequentare i miei amici ed ho cercato il più possibile di avere uno stile di vita “normale”. Questo mi ha permesso di essere una persona con la testa sulle spalle e di avere un mindset molto forte che mi ha portato a dare il meglio di me nelle ore dedicate al mio “lavoro”, ossia giocare a Poker.