L’attualità del nostro Paese, oltre alla consueta crisi economica e la conseguente scarsità di lavoro, riguarda anche il settore del gioco pubblico. Un settore che, a conti fatti, porterebbe nelle casse dello Stato diversi milioni di dollari, utili a coprire una buona fetta del debito pubblico. Non pare però dello stesso avviso il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, il quale ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al quale espone quanto segue: “vietare su tutto il territorio nazionale apparecchi di gioco quali slot machines, videolotteries e giochi d’azzardo online in generale, in quanto rappresentano ad oggi un costo sociale diretto elevato, cui si aggiunge il costo sociale indiretto delle patologie connesse al gioco d’azzardo.”
Grillo non menziona però nulla che faccia riferimento ad altre forme di gioco patologico: perchè, a questo punto, non escludere anche i Gratta e Vinci, Scommesse, Lotto etc.. che, dati alla mano, hanno portato alla rovina molte più persone? La sensazione è quella di essere al centro di un’uscita mediatica fine a se stessa, senza cioè un riferimento su cui basare le proprie teorie. D’altronde siamo in Italia, un Paese che ci ha abituati da sempre alla falsa informazione.
Inoltre, attraverso questa presa di posizione, cosa si spera di ottenere? Che gli italiani non giocherebbero più online? La rivoluzione sociale (che passa anche da Internet), spingerebbe nuovamente l’utenza a tornare sui propri passi, ovvero continuare a giocare sulle piattaforme internazionali, ed arricchire gli altri Stati come fù tempo addietro per Gran Bretagna, Malta, Gibilterra etc… è questo che si vuole ottenere?
Infine, i Grillini si interrogano anche sulla questione delle Slot, che stanno spopolando sull’intero territorio Nazionale: “se il Governo sia interessato al recupero dei 98 miliardi di evasione nel mercato del gioco d’azzardo; in caso affermativo, se non ritenga opportuno indicare le risorse che si intendono impiegare, la modalità di reperimento di esse, ed i tempi di attuazione della procedura, specificandone i termini di avvio e di conclusione; se intenda mettere in campo meccanismi di sanatoria fiscale per i debiti pregressi che agli interroganti appaiono inaccettabili; in caso affermativo, se intenda specificarne modalità e tempi; quali azioni intenda implementare per contrastare ed evitare il ripresentarsi del fenomeno di evasione“.
Insomma, tanta carne al fuoco che attende solo delle risposte.