I volumi di gioco da parte dei players italiani hanno contribuito alla crescita dell’economia di gioco, registrando una raccolta media mensile intorno al miliardo di euro, cifra che mette in luce un mercato che si sta muovendo nella giusta direzione. Se guardiamo infatti indietro nel tempo, possiamo notare come solo nell’anno precedente la raccolta non superava i 250.000€: questi dati lasciano dunque ben sperare per il futuro, dato che il nostro mercato sta ottenendo un’evoluzione tale da poter competere con l’industria del poker internazionale. Infatti, la chiusura del poker online negli Stati Uniti e la migrazione di molti player italiani dalle room .com a quelle .it, ha lasciato nell’economia dello stato un grosso buco che non pare possa essere colmato molto presto.
La chiave del successo va attribuita sicuramente al payout generale che risulta essere molto competitivo. Questo, insieme ad una tassazione applicata semplicemente sul profitto, ha dato modo di rendere vantaggioso giocare nelle poker room italiane, le quali hanno allargato sempre di più gli orizzonti dei giocatori promuovendo nuove interessanti offerte (betting exchange, casinò, rush poker etc….) che vanno ad allestirsi insieme alla già ricca offerta base. Negli altri paesi, soprattutto in Francia e in Spagna, le tasse sono applicate direttamente sul volume di gioco, scoraggiando ed allontanando sempre di più il giocatore medio, il quale preferisce mantenere un giusto equilibrio tra gioco e vita reale.
L’introduzione del cash game ha però fatto registrare un calo progressivo nel volume dei tornei e sit&go, ma ha garantito al contempo una nuova linfa vitale al mercato online: secondo i dati Agicos, nel primo semestre del 2012 sono stati raccolti 7,4 miliardi di euro, superando di gran lunga i fatturati del 2011 che ammontano a cira 1,5 miliardi. Statistiche assolutamente interessanti ma che non tarderanno a registrare numeri ancora più elevati data l’introduzione a breve delle slot virtuali che hanno spopolato nelle room estere.