Dopo anni di attività legati al Texas Holdem, la Questura di Roma ha posto i sigilli sul famoso Cotton Club, imponendo il sequestro di tutto il materiale utilizzato per lo svolgimento di partite live. Ormai è chiara la misura intrapresa: debellare qualsiasi forma di poker live in Italia, senza prestare il naso alle numerose componenti del gioco che, vuoi o non vuoi, sono legate strettamente alle skill del giocatore. Questo è un dato di fatto. Ma, come sembra, da una parte entra e dall’altra esce.
Una bufera legale è ormai nell’aria, e il comunicato rilasciato dalla direzione del circolo parla chiaro:
“Dopo ben 9 anni di attività legata ai tornei sportivi di Texas hold’em e innumerevoli controlli subiti senza conseguenza alcuna, questa volta ci troviamo di fronte all’invito formale alla cessazione delle attività da parte delle autorità competenti.
Saremmo tentati di “declinare” l’invito ma evidentemente metteremmo a rischio migliaia di players associati che frequentano regolarmente il Cotton Club.
Invece il Cotton è sempre stato e rimarrà un luogo sicuro dove poter praticare questa disciplina, un punto di ritrovo rilevante per il movimento del Texas Hold’em live romano e nazionale, un luogo dove il concetto di community ha raggiunto i livelli massimi.
Rispettiamo quindi le decisioni della questura ma faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune utilizzando i migliori mezzi disponibili. Tutte le attività del Cotton Club sono momentaneamente sospese“.
La situazione è alquanto delicata, ma le problematiche del poker live in Italia sono ormai all’ordine del giorno, e tali episodi vanno analizzati a fondo per non ricadere sempre nella stessa, e ormai banale, trappola mediatica.