Tuttavia, secondo Hernandez, si tratta solamente di una soluzione provvisoria, prima dell’apertura della rete internazionale dot com. È chiaro, quindi, che la Spagna s’ispira al modello danese e inglese, mirando a far giocare i loro pokeristi sui network di tutto il mondo. Insomma, gli spagnoli non sembrano sposare la fusione dei mercati in uno stato comune. Va da sé che i giocatori, una volta registratisi alle poker room nazionali autorizzate, giocheranno sui network internazionali dot com la cui apertura è stimata per la metà del 2014.
Ad ogni modo, ritornando alla questione della liquidità condivisa con l’Italia, la nuova direzione al DGOJ, che si è mostrata più fredda in merito a tale ipotesi, ha fatto sapere che di fondamentale importanza sarà l’incontro con Rodano per dirimere varie questioni come: le tipologie di controllo sul gioco, le norme e così via. Seguirà, poi, un incontro con francesi e danesi; non escluso neppure un accordo condiviso con l’America Latina e, in particolare, con paesi come l’Argentina o il Messico. Insomma, è ormai certa un’evoluzione del poker online come lo vediamo noi oggi,